La cattiva politica accusa i docenti di voler ridurre il dibattito sulla scuola ad una pura questione di minuti.
Ma è la cattiva politica ad aver iniziato questa contabilità da mendicanti quando ha iniziato a trattare come tali i docenti.
Paragonati ad operai fordisti, con l’unico compito di sfornare inutili diplomati, i docenti hanno capito per primi quanto poco interessi alla cattiva politica il problema della scuola.
Un problema, appunto. Non una risorsa.
Si investe in strutture di contenimento, non in istruzione; e l’onda lunga di questa deriva giungerà presto all’Università, grazie ad una politica( cattiva) della conoscenza sempre meno attenta al bisogno di sapere. Attentissima invece a quello di nascondere.
Nelle ore ( 50 o 60 minuti, non importa) è fondamentale riconoscere la necessità di insegnare a leggere, a scrivere, a riflettere, a sognare e a decidere.
Meglio invece ( per la cattiva politica)spezzettare, moltiplicare, “aumentare l’offerta”, puntare sull’incapacità globale mascherata da tuttologia.
E’ questo che vogliono le famiglie? Dietro ad una rincorsa frenetica verso un “pieno” di informazioni, si nasconde l’incapacità di fermarsi a riflettere sulle poche cose importanti nella scuola e nel mondo.
Ai nostri figli proponiamo il nostro modello ineducato e frenetico, che giudica, ma non vuole essere giudicato, che propone e non verifica, che giustifica perchè vuole essere assolto. Dalla sua assenza di idee e dalla sua superficialità.
Pubblicato da: chinonrisica | 23 aprile 2010
Inutile sapere
Annunci
Pubblicato su Scuola, Trentino | Tag: 56 o 60, politica e scuola, Scuola, trentino e scuola
Rispondi